Questa mattina, mentre preparavo i
dolcetti al cocco per il mio maritino (h 6 mentre lui ronfava come un ghiro...) ho unito l'utile al dilettevole e mi sono preparata i miei muffin inventati con le solite varianti. Non ce la posso fare, è più forte di me, ogni volta devo aggiungere, togliere, modificare, non mi piace mangiare sempre le stesse cose fatte nello stesso modo, o quanto meno, quando cucino il bello è la creatività che ci metto nel fare le cose, altrimenti che gusto c'è? Seguire pedissequamente una ricetta non ha lo stesso sapore, allora mi vado a comprare una torta già fatta che è lo stesso! Non so se mi capite o sono io la strampalata...
Arriviamo al dunque.
INGREDIENTI
150gr di farina di farro integrale
100gr di farina manitoba 0
50gr di zucchero di canna integrale
2 cucchiaini di cremor tartaro
1 cucchiaio di semi di papavero
1 cucchiaio di semi di sesamo
1 cucchiaio di pan grattato di farro
2 cucchiai di olio di soia
latte di riso quanto basta
5 albicocche sode
PROCEDIMENTO
Mescolare con un cucchiaio in una terrina tutti gli ingredienti secchi, aggiungere l'olio e poi il latte di riso in modo che il composto diventi un morbido, colloso, tendente all'impasto per il pane ma un po' più malleabile. Lavorare sempre con il cucchiaio e incorporare le albicocche tagliate a pezzetti. Riempire le formine da muffin (io uso quelle in silicone quindi non occorre ungerle ma, nel caso, ungete o con burro o con olio di semi) e infornare a 180°C per 35 minuti circa.
Chi mi conosce sa che faccio tutto ad occhio quindi le quantità sono anche a vostro gusto personale. Beh, alla fine vi confesso che questi sono i miei muffin preferiti...dopo quelli ai mirtilli! Avete ragione...non ho ancora pubblicato i miei muffin ai mirtilli, prometto che settimana prossima li farò.
Questo fine settimana sarò a Moncalieri (TO)...niente mare per adesso, devo ancora aspettare la seconda di agosto...e voi, siete ancora in città?
Per la Bakery...ho capito che da sola non posso farcela. Una bakery la si dovrebbe aprire alle 7 del mattino per poter servire coloro che vanno al lavoro e vogliono un dolcetto take away, o una merenda...a Como ci sono molti pendolari e essendolo stata anch'io ho visto che parecchi in treno hanno il sacchettino con la brioche. Ciò significa alzarsi alle ore 4 a.m. al più tardi e produrre. Durante il giorno se servissi non potrei sfornare. Nei fine settimana di festa (Natale, Pasqua e compagnia bella) dovrei rimanere aperta...sopratutto i primi anni per recuperare l'investimento. E la mia famiglia? Mio marito? Il baby che tanto vorrei? Come faccio, non posso da sola. Il sogno è bello, ma l'impegno è troppo per me, oltre al fatto che l'investimento economico è notevole e il tutto molto rischioso. Devo dire grazie anche questa volta a voi, sia a chi mi ha incoraggiato, sia a chi mi ha posto davanti dubbi e verità. In questo modo sono riuscita a mettere i piedi per terra e pensare razionalmente, non con la mia testa da Pesci!
P.S. Gunther se vuoi mandami i link...non si sa mai! ;)
Bacioni